Sono arrivato ad una conclusione. La rete, se penso alla politica, alla società, al mondo reale, non serve ad una beneamata mazza. Ma come direte voi, qua stiamo tutti dalla mattina alla sera su Facebook a scrivere, propagandare, diffondere e tu dici che non serve. Si, secondo me non serve.
Cosa c’entra questa cosa con questo blog. Non molto, è solo che ultimamente ho fatto un po’ d’esperienza in cose di rete e mi sono preso questo appunto. A futura memoria.
La rete, a mio parere, manca di alcuni elementi fondamentali indispensabili al confronto sociale. E’ troppo veloce,permette di nascondersi dietro ad una tastiera, pretende molto dal punto di vista linguistico e culturale, non favorisce il dibattitto. Morale della favola in rete si legge molta caciara ma si conclude poco. Voglio dire: facciamo finta che in giro c’è un problema da risolvere, chiamiamolo per comodità “la legalità”. Ci sono quelli che la vogliono rossa e quelli che la vogliono blu. Ed ecco che in rete è tutto un fiorire di siti, pagine facebook, tweet a manetta, post, commenti e pensierini.
I rossi scrivono rosso, ed i blu scrivono blu. Alcuni scrivono bene, altri meno, qualcuno si sforza di articolare ragionamenti e fornire documentazioni, altri si limitano ad accapigliarsi dietro a post dai commenti infiniti. In genere quest’ultima cosa accade sul caro vecchio faccialibro.
Continuo il mio ragionamento e mi ritaglio la parte di quello che non sa ancora se essere rosso o blu. Sono un medio utente della rete, leggo le notizie su Google, ho un account su Facebook, magari pure uno su Twitter e sono registrato su qualche blog di informazione politico-sociale.
Leggo, leggo, leggo. Navigo tra le pagine, A volte provo pure a postare qualche pensierino. La sensazione è quella di trovarmi schiacciato tra due muri di gomma. Tutti scrivono, tutti intervengono ma nessuno mi convince e, cosa che mi colpisce più di tutte, mai nessuno che cambia idea. Mai nessuno che articola un ragionamento e che parte da un punto ed arriva ad un altro. Mai visto due siti avversari addivenire ad un accordo, una mediazione.
Decido di fare downgrade e regredisco sulla carta stampata, cerco di capire qualche cosa di “legalità” andandomi a cercare un po’ di esperti del settore, leggo un po’ di libri, ascolto qualche dibattiro in tv e, alla fine, mi ritrovo al bar con gli amici di sempre a parlare, litigare, discutere e confrontarci e pian piano la mia posizione sulla “legalità” è bello che pronto.
Torno in rete a seguire il dibattito politico-sociale, ora che ho una mia posizione desidero partecipare. Ma guarda, tutti sti soldatini allineati nascosti dietro alle tastiere mi appaiono così insulsi. Spengo il computer e me ne torno in piazza a litigare con gli amici.