Lasciatemelo dire: l’idea del film c’è, gli attori anche, la messa in scena è magnifica e la fotografia è stupenda. Ma non si poteva fare un film normale, senza tanti simbolismi, senza tanti arzigogoli più o meno poetici ?
Provo a dirlo in un’altra maniera: Federico Fellini è stato unico ed irripetibile, Kubrick lo stesso. Woody Allen è quello che è ed è troppo per essere anche solo citato. Le conseguenze dell’amore è un film del 2004 ed è nella nostra memoria. Sorrentino con Youth perde l’occasione di andare avanti e fa un film, così mi è apparso, molto commerciale che, alla fine, mi è piaciucchiato senza dirmi nulla di nuovo.
Più leggero della Grande Bellezza ma, di quest’ultimo, ne porta tutto il peso. Una produzione che certo ha beneficiato di tutta la visibilità data a Sorrentino dal premio Oscar. Attori pesantissimi, nel senso che la statuetta ne ha sicuramente favorito la partecipazione. Narrazione che non riesce a decollare e volare oltre certi quadretti visti e rivisti. Ma quante facce devo vedere ancora perse nel vuoto a simboleggiare la piccolezza dell’essere umano nell’universo ostile ? Ancora corpi che galleggiano in piscina con il sottofondo di una nenia dal sapore mistico ? Ancora facce usate come maschere ? Ancora sfavillanti bellezze messe a confronto con corpi che raccontano il disfacimento portato dal tempo ? Siamo ancora alle facce di Fellini del film di Arbore ?
Keitel decisamente più godibile. Nel suicidio finale ci ho visto tutto Woody Allen. E che dire di Jane Fonda ? Una carica di autoironia irresistibile. Ho riso quando ho visto Madalina scendere in piscina con tutte le grazie al vento. Ho riso pensando all’intervista rilasciata da Fazio, quando la stessa ha raccontato, con sincero trasporto, del profondo travaglio d’attrice nel prepararsi alla sequenza che è stata anche immortalata nella locandina del film e che spicca da giorni sui muri delle nostre città. Magnifiche le facce dei due attempati attori.
E la citazione di Maradona ? Ne vogliamo parlare ? Che cavolo ci faceva ? E l’attore americano che si rammarica di esser ricordato solo per un film di cassetta ? E la moglie sedotta ed abbandonata che si perde tra le braccia del timido alpinista ? E la ragazzina con l’apparecchio ortodontico che balla davanti al videogioco ? Era simbolismo ? Era ironia ? Satira ? Poesia allo stato puro ?
Non mi sono meravigliato più di tanto quando, questa notte, ho appreso che Cannes non se lo è filato più di tanto. Vale la pena di vederlo. Se avete amato le conseguenze dell’amore non vi aspettate la stessa magia. Se avete amato la grande bellezza questo film vi deluderà. Se avete odiato la grande bellezza questo film vi riabiliterà un po’ Sorrentino ma non potrete fare a meno di rimproverargli di aver inseguito le “facce di Fellini”. Tre stellette su cinque.