Commissariare, commissariare, commissariare. Credo che lo schema di Renzi sia semplice. Commisariare per abbattere definitivamente la democrazia in Italia senza, crede lui, dar conto agli italiani ed aver mano libera nell’esercitare la sua padronale e oligarchica idea di potere. Non ci riuscì a suo tempo Berlusconi, troppo presuntuoso, troppo guappo di cartone, pessimo nello scegliere i suoi caporali di giornata, ci sta riuscendo oggi Renzi che ancora insiste nel presentarsi come uno di sinistra.
A Napoli, fino ad ora, non ci è riuscito. Non è riuscito a mettere le sue mani sulla città. Ci sta riuscendo a Roma arrampicandosi su di uno specchio inclinatissimo, ma a Napoli ancora no. A Napoli la democrazia, anche se circondata e messa sotto assedio dalla peggiore classe politica degli ultimi trent’anni, è ancora viva, garantita dall’attuale amministrazione locale.
Non ce ne è stato per nessuno: teatro San Carlo, bilancio, Corte dei Conti, partecipate ed appalti, sospensione e chi più ne ha più ne metta. Nulla è bastato a mettere fuori gioco Luigi De Magistris. Ed intanto le strade si rifanno ma nessuno lo dice, i turisti tornano a Napoli ma nessuno lo racconta, le attività di Asia hanno finalmente un senso ma si continuano a fotografare i sacchetti abbandonati in strada. Aprono nuovi asili ma nessuno ne da conto. Qualcuno di ben noto vuole mangiarsi Bagnoli, una larga parte città si ribella, il sindaco si oppone secondo i dettami della giurisprudenza, ma il fatto sembra irrilevante per tutti i mezzi di informazione di massa.
Potrei continuare ancora a lungo a raccontar di fatti partenopei ma, francamente, non ne ho voglia. Sono stanco di continuare a parlar della luna a chi vuol vedere, in evidente malafede (o deficit cognitivo grave), solo il dito che la indica. Non ne ho voglia perché con la democrazia in Italia, e quindi anche a Napoli, sta scomparendo i sano dibattito politico. Oggi posso solo assistere incredulo, ogni giorno, ad iniziative di propaganda elettorale e campagne di disinformazione, ben gestite da orde di scrivani poco indipendenti e soldatini che presidiano tutti gli angoli della città fino ad arrivare ai social media più alla moda.
Tra qualche mese, il tanto temuto sistema democratico, darà ai cavalieri neri della politica imperante, l’ennesima occasione di tentare l’assalto alla città: ci saranno le elezioni amministrative e Napoli voterà per scegliere il suo sindaco ed i suoi amministratori.
Candidature improbabili saltano fuori in questi giorni, nessuna all’altezza dell’attuale inquilino di San Giacomo. Curricula scarsi, buoni solo per promesse elettorali, senza nessuna storia, senza medaglie conquistate sul campo. Sembrerebbe ancora in voga il dettato forzitalista della prima ora, secondo il quale il candidato deve essere giovane, bello e accattivante come una soapstar. La sostanza non è richiesta. Naturalmente non mancano gli impresentabili ascesi a nuova purezza dopo un periodo trascorso, magari in montagna, lontano dai riflettori. Come se un periodo trascorso in monastico silenzio bastasse a far dimenticare scandali, processi e condanne definitive.
La voglia di restaurazione dei vecchi cavalieri neri delle cricche partenopee è folta e da settimane acclama la candidatura di Antonio Bassolino. Oramai ridotto a simulacro di se stesso don Antonio da Afragola potrebbe essere parte di una strategia Renziana e pdiina non improbabile. Bassolino oramai non credo che possa fare più di tanto ma, ammesso e non concesso, una volta a San Giacomo spalancherebbe, ancora una volta, le porte ad un gradito commissariamento del comune. Ci scommetto quello che volete, il giorno dopo le elezioni monterebbe ad arte il dissesto del finanziario del Comune ed affiderebbe tutta l’amministrazione della città ad un boiardo di governo. Dunque avremmo Bassolino a fare il sindaco ordinario e manutentore ufficiale degli equilibri tra i comitati d’affari che girano intorno all’amministrazione comunale (che poi è quello che, nella mia opinione, ha sempre fatto), un commissario a fare carne da macello dei servizi ai cittadini, un altro commissario a Bagnoli a far scempio di quel piccolo tesoro che si trova a nord della città ed, a margine di tutto ciò, fedele guardaspalle il governatore De Luca. Un incubo per i napoletani.
Tornando alla realtà presente c’è una verità, ancora nella mia opinione, ragionevolmente incontestabile: non c’è nessun motivo plausibile o auspicabile per cui Luigi de Magistris non debba continuare nella sua esperienza di sindaco della città di Napoli per un alto mandato. Dal giorno della sua elezione ha fatto tanto (probabilmente neanche lo sapete) ma soprattutto ha difeso la città ed i napoletani da chi vorrebbe amministrare la città con piglio autoritario e senza ascoltare la voce dei cittadini, senza tener conto delle esigenze dei più deboli, senza un programma di lungo termine che restituisca a Napoli il posto che gli compete nel mondo.
Non siete d’accordo ? Va bene. Rispetto il vostro punto di vista. Facciamo dunque un gioco e proviamo a tracciare il profilo di un candidato che eventualmente si potrebbe opporre a Luigi de Magistris nella competizione elettorale. Ancora meglio, giochiamo a scrivere una inserzione per ricercare il prossimo qualificato sindaco di Napoli. Quali caratteristiche dovemmo cercare ? Proviamo a buttar giù qualche appunto.
Punto primo: specchiata onestà intellettuale e penale conquistata e difesa sul campo. Non basta essere incensurati per essere onesti. Al candidato sarà richiesto di dimostrare di aver lottato per difendere la propria onestà. Astenersi condannati anche se prescritti.
Punto secondo: grande competenza gestionale ed approfondita conoscenza dei meccanismi della pubblica amministrazione locale, nazionale ed europea. Capacità di avere idee e trovare soluzioni.
Punto terzo: assoluta ed approfondita conoscenza del sistema giudiziario italiano. Non teorica, ma comprovata da una specchiata e pluriennale attività professionale. Al candidato sarà anche richiesto di dimostrare di saper ben distinguere tra legalità e giustizia.
Punto quarto: buona predisposizione ai contatti umani. Il candidato sindaco della città di Napoli dovrà dimostrare, fornendo adeguata documentazione, di saper dialogare e relazionarsi con tutti. Con i primi ma, soprattutto, con gli ultimi. Sarebbe gradita una spiccata predisposizione a farsi vedere spesso per le strade della città limitando al minimo indispensabile la frequentazione delle stanze del palazzo che dovranno comunque rimanere sempre aperte e spalancate. Saranno esclusi dalla selezione tutti i candidati abituati a lavorare a porte chiuse, sottobanco, nei salotti e nelle segrete stanze del potere.
Punto quinto: capacità di trovare soluzioni a problemi complessi, al limite anche della missione impossibile, anche con limitatissime risorse economiche. Senza lamentarsi di chi c’era prima ed anche in presenza di uno stato centrale che, invece di dare una mano, ti leva la terra da sotto i piedi.
Punto sesto: grandissima predisposizione all’uso sistemi democratici, con particolare riferimento allo spirito incarnato nella Carta Costituzionale scritta dai padri fondatori dela Repubblica Italiana.
Punto settimo: nessuna predisposizione, ovvero totale chiusura, ad intavolare trattative di qualsiasi genere con politicanti disonesti, corrotti e concussi con particolare riferimento a tematiche che, pur offrendo grandi opportunità economiche e politiche, ledano gli interessi dei napoletani.
Punto ottavo: comprovata e solida esperienza nell’uso e nella valorizzazione della cultura e delle arti, in tutte le loro forme, quale strumento di formazione ed emancipazione dei napoletani, con particolare riferimento alle giovani generazioni, dagli stereotipi che ancora esistono e che associano l’immagine della città a sfaticati, mariuoli, camorristi ed automobilisti che passano con il rosso.
Punto nove: comprovata e solida esperienza nella tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Consolidata avversione alla realizzazione di una città intrappolata nel traffico veicolare e senza spazi verdi. Sarà considerato titolo preferenziale la capacità di realizzare un prodotto che possa offrire l’immagine della città di Napoli al turismo mondiale quale fonte inesauribile di storia, bellezza, cultura, arti, divertimento, buona cucina e di tutti i servizi che possono essere utili ad alimentare il settore turistico.
Punto dieci: sincera e comprovata adesione ai valori più alti della sinistra italiana ed europea. I valori secondo i quali la possibilità di costruirsi una vita dignitosa, con possibilità uguali per tutti, con la possibilità di trovare nel lavoro la propria realizzazione umana e professionale senza dover sottostare a sistemi privi di diritti e senza garanzie, la speranza di poter consegnare ai propri figli un mondo migliore, siano valori certi e non delle chimere irraggiungibili.
Bene, direi che ce n’è già abbastanza per fare una bella selezione. Avete qualche candidato da proporre ?
Personalmente ne avrei uno, ma è già il sindaco della meravigliosa città Napoli e non vedo nessun motivo per cambiarlo.