Vederla dal vivo, senza la mediazione del dispositivo intelligente, è stato un vero piacere. Tutta roba già sentita, niente di inedito, ma ne è valsa la pena.
Non si è trattato di uno spettacolo di stand up comedy. Arianna per il suo Riding Tristocomico arriva sul palco con un’unica luce fissa su di lei, niente musica, compiaciuta nella sua tuta blu in stile operaio e inizia a leggere i suoi pezzi da un grande quaderno che appoggia su un leggio. Un solo microfono con tanto di filo, Arianna non si muove su piccolo palco del Teatro Nuovo, un gioiello incastonato nella movida dei quartieri spagnoli di Napoli, non cerca la complicità del pubblico come tanti altri comedians, non urla anzi, a volte sussurra. Sembra quasi di assistere ad una cerimonia laica.
Lo spettacolo è la riproposizione dal vivo di una selezione di monologhi visibili da tempo sul suo canale youtube. Alcune pietre miliari, come i pezzi dedicato agli ingegneri o al bio, altri meno noti. Come sul palco, anche i video sono semplici, scarni, sembrano una roba casalinga. Tuttavia sono una roba da diverse migliaia di visualizzazioni che sembrano raccontare la presenza di un pubblico affezionato. Lo stesso che affollava il teatro. La sostanza di Arianna Porcelli Safonov sta tutta nelle parole dei suoi monologhi, parole messe al centro dell’attenzione dello spettatore senza altre distrazioni. Parole che vogliono far pensare e riflettere su vari temi e manie della vita moderna.
Trattasi di comicità ma fino a un certo punto, ci avvisa anche lei all’apertura della serata. Si inizia allegri, si finisce scossi ed è tutta lì la bellezza dello spettacolo. E’ destabilizzante ascoltare, tutto d’un fiato, la violenta e ragionata messa in scena delle nostre fragilità quotidiane rese ancora più vistose dalla dolcezza della narrazione. Dalla mania per il biologico alla dipendenza dai social. L’ipocrisia del quotidiano confezionata come se fosse una scatola di invitanti e saporiti biscotti che si rivelano amari da mandar giù.
La recitazione è rassicurante, la ragazza ha studiato e si è confezionato uno stile originale e riconoscibile che lascia la ribalta ai contenuti. E’ una bella donna, potrebbe essere più esuberante ma evita. Mi sono tornati alla mente i modi di Gaber e quelle perle eleganti e preziose perle che Franca Valeri confezionava nei programmi di intrattenimento della R.A.I. Radiotelevisione Italiana degli anni Sessanta e Settanta. L’ironia usata come arma di distruzione di massa contro schemi, stereotipi, mode e manie. Vederla dal vivo è stata una bella serata di teatro, per il resto vi indirizzo al suo canale YouTube.