Caro Luigi, grazie per esser stato per 10 anni, dalla primavera del 2011 ad oggi il signor sindaco della città di Napoli.
Ho tanti ricordi che mi girano per la testa in questo momento e sento la necessità di fissarli, a futura memoria e per farlo riapro il mio vecchio blog, lo stesso in cui ho raccontato, descritto, condiviso pezzi dell’immenso lavoro che hai fatto in questa sciagurata città.
Ci siamo visti per la prima volta nella primavera del 2011, tu venivi dal parlamento europeo, candidato sindaco con l’Italia dei valori ed io, incosciente e sprovveduto, candidato alla V municipalità con un paio di amici. In quei giorni la città versava in condizioni disastrose, dieci anni di tandem Bassolino – Iervolino avevano consumato anche gli intonaci delle pareti di San Giacomo. La città aveva bisogno di eroi e sei arrivato tu.
Questa é la prima nota che mi voglio appuntare: oggi le zoccole sono uscite dalle saettelle attratte dall’odore dei soldi che stanno per calare sulla città, hanno messo in scena un carrozzone che il circo Barnum ci spiccia casa. C’è mangiafuoco De Luca, il compare “mezza capa” Manfredi è una vasta accozzaglia di topini e topastri, gatti cecati e volpi sbilenche, tutti con il naso all’insù a fissare i grappoli d’uva. Nel 2011, quando c’era solo da rimboccarsi le maniche e lavorare a risorse zero, quelli delle grande coalizione di oggi, mettevano in campo le scartine.
Come si chiamava quell’assessore che voleva per forza dichiarare il dissesto del Comune in pieno stile Bassolino prima maniera? Non me lo ricordo ma ricordo che ti opponesti fieramente a questa cosa e iniziasti a lavorare per la città. Le cose facili non fanno per te e soprattutto non eri il sindaco che lasciare i napoletani in braghe di tela. I ricordi mi dicono del ciclo dei rifiuti che si normalizzò, dei turisti che iniziarono a riempire i vicoli della città, le prime strade rifatte, la Coppa America attraccò a Napoli e se non sbaglio anche il Giro d’Italia passò da queste parti.
Quarantaquattro voti non furono sufficienti, e meno male, a farmi eleggere al consiglio della V municipalità ma continuai a seguirti. In quegli anni si percepiva forte che l’immagine che il paese ed il resto del mondo avevano della città, stava sensibilmente migliorando e era bello partecipare a questo cambiamento. Erano gli anni d’oro di Facebook e ricordo un gran fiorire di gruppi e gruppetti pro o contro De Magistris. C’era una cosa che si chiamava “cittadinanza attiva” o qualcosa del genere che ti attaccava continuamente. Il lungomare liberato è uno scempio, la pista ciclabile non va bene, tutta una serie di argomentazioni risibili digitate furiosamente su anonime tastiere per darti conto. I più cattivi erano quelli che con Rosetta avevano mangiato bene e si sentivano spaesati a girare raminghi fuori dalle stanze del potere.
Ricordo che salvasti il culo a quelli del San Carlo, devo avere ancora le foto da qualche parte e ricordo che si cominciò a vedere la raccolta dei rifiuti differenziata, la cultura tornare in città e il commercio riprendere respiro. L’affare dell’accoglienza ai turisti, dei b&b, della ristorazione iniziò ad assumere dimensioni mai viste prima.
Non ricordo una sola volta che qualcuno sia venuto a Napoli a darci una mano. La narrazione nazionale era quella di un sindaco isolato, un po’ despota, sicuramente capa tosta. Intanto tu parlavi di diritti, di Costituzione, di solidarietà e accoglienza. Due baluardi nella Napoli città violenta e criminale caddero, la Sanità e i Quartieri Spagnoli iniziarono a cambiare faccia, beni inutilizzati li affidasti a gente di buona volontà che faceva cose per la comunità. Persino le quotazioni di Forcella subirono una brusca impennata.
Altro ricordo vivido: mentre Saviano vendeva la sua Gomorra, a Scampia venivano assegnate le case popolari agli aventi diritto con procedure trasparenti e senza nella necessità di affidarsi al caporale di turno.
Ogni tanto si faceva sentire la Corte dei Conti in materia di bilancio. C’era sempre qualche cosa che non andava bene ma erano solo vigliacchi tentativi per farti cadere e rimettere le mani sulla città. Grazie per non aver mollato, neanche quando riuscirono a sospenderti per un po’ dalle tue funzioni. Ridicoli, senza saperlo diedero il la al tuo più grande capolavoro, quello del “sindaco di strada”, tra la gente, per la gente.
Forse il punto è proprio questo. Al netto degli errori che puoi aver commesso in questi anni, resta indiscutibile il merito di aver lasciato ai tuoi concittadini l’esempio della statura morale, politica e umana che deve avere chi si mette al servizio del popolo. Quante volte ti ho sentito ripetere il mantra “schiena dritta e mani pulite” e ogni volta sentivo che non era solo un modo di dire. Dieci anni mai uno scandalo, un illecito, un favore ricevuto in cambio della pelle dei napoletani.
Ricordo quella volta che siamo andati a Roma a manifestare contro il debito ingiusto. Cercarono di fermarti in tutti i modi, anche a noi che ti venivamo dietro in pullman. Qualcuno ebbe a sostenere che eri solo. Io dico che per starti dietro in quell’occasione, come in tante altre, bisognava tirar fuori il coraggio che la classe dirigente di questo paese non ha mai avuto. Troppo serva del sistema e del giro dei soldi. A Napoli, fino a stasera, siamo sempre stati liberi, al netto delle tante cose fatte, dagli asili comunali all’acqua pubblica. Dal risanamento di Anm ai nuovi treni della metropolitana che se era per Bassolino stavamo ancora a scavare sotto piazza Vanvitelli.
Va be’, me ne rendo conto, i ricordi stanno rinvenendo in maniera eccessivamente emotiva ma, in questi ultimi dieci anni, essere napoletano è stato figo assai. Prima te ne dovevi spesso vergognare.
La sensazione che siamo al momento del magna magna è forte. La destra ha fatto la sua solita parte da perenne non protagonista, Don Antonio ha provato a fare il colpo grosso e tornare sulla scena del crimine ma pochi hanno creduto alla restaurazione del metodo. A Gaetanuccio hanno dovuto organizzare la bellezza di tredici liste per farlo vincere. A occhio e croce devono aver usato un’ultima versione del manuale Cencelli applicato al piano nazionale di ripresa e resilienza. Mi chiedo quanto dureranno e quanti soldi si perderanno nei mille rivoli del loro buona politica. Manfredi è il prototipo del cavalier servente in perenne attesa di istruzioni dai piani alti, De Luca ostenta la sua solita fastidiosa arroganza.
Nota: i napoletani che invocano lo sceriffo mi fanno pena almeno quanto quelli che tifano per i decolorati bianconeri. Ma un minimo di dignità proprio no?
Peccato che nessuno sia stato in grado di raccogliere il tuo mantello, non era facile, Alessandra ci ha provato ma gli sono sfuggiti un paio di particolari ed è finita in fondo alla lista. Lo spettacolo più indecente lo ha fornito il folto manipolo di facciaculisti che dopo ave fatto per anni i fighi a casa tua si sono reinventati liberi pensatori per finire alla corte di quelli che ti hanno sempre osteggiato. Facciaculisti, e li ho trattati. Oggi, a conteggi chiusi ho un po’ goduto a vedere i nomi dei tanti che sono rimasti fuori dai giochi. Per i due o tre che hanno trovato un posto su qualche sediolina ho provato pietà. Non penseranno mica di aver diritto ad un pensiero autonomo?
Grazie Luigi, grazie signor sindaco. Arrivederci, senza alcuna malinconia, sappiamo entrambi che presto tornerai al lavoro.
1 comment
Bellissima lettera mi sono commossa congratulazioni 🤝 mi mancherai Luigi. Ma ti potrai ricandidareed sarò a votarti. Baci 😘 Giovanna ❤️ ❤️