Sabato prossimo, 1° dicembre, trascorrerò la mia giornata a Roma, al teatro Italia in via Bari, dalle ore 10. Ci andrò con un po’ di amici, la macchina fotografica e la speranza di riuscire a vivere e catturare un attimo di storia.
Sabato, al teatro Italia, ci sarà in incontro di teste, anime, idee e, spero vivamente, cuori che desiderano disegnare un futuro diverso per il governo dell’Italia. Promotore e capitano dell’iniziativa #oltrelediseguaglianze – per una nuova coalizione dei popoli, è il signor sindaco della città di Napoli.
È venuto il momento dell’unità delle forze che vogliono finalmente attuare in pieno la Costituzione e, quindi, è giunta l’ora della costruzione di un fronte popolare democratico. È il periodo storico giusto per realizzare un campo largo, senza confini politici predeterminati, senza recinti tradizionali. Non è un quarto polo, non si deve ricostruire il collage delle fotografie già viste e sconfitte. È il luogo questo in cui l’ingresso è vietato solo a mafiosi, corrotti, corruttori, fascisti e razzisti. Per il resto è vietato vietare.
Luigi de Magistris
Quando ho sentito per la prima volta di questa iniziativa la mente mi è volata al professor Bellavista, quando Luciano De Crescenzo gli fa dire “penso che Napoli sia ancora l’ultima speranza che ha l’umanità per sopravvivere”. Non è un volo pindarico o una associazione ardita, è una concreta possibilità. Sette anni fa, più o meno, Napoli era ridotta male, senza una luce di speranza e i napoletani erano considerati brutta gente. Poi in una calda primavera del 2011 Luigi de Magistris venne eletto sindaco della città e tutto cambiò. Cosa è diventata Napoli in questi sette anni è sotto gli occhi del mondo e come è potuto accadere lo sanno tutti. Tutti, tranne un manipolo di irriducibili imbecilli ed un po’ di gente in mala fede. Certo non tutto è andato sempre per il verso giusto ed il cammino non è stato privo di errori ma, senza alcun dubbio, il risultato c’è stato ed il trend è ancora in crescita. Qualcuno ha provato a giocare sporco ma è sbattuto conto uno che eccelle nella pratica del diritto, ha la Costituzione nel dna e discerne bene la differenza che c’è tra legalità e giustizia.
Di sicuro non la posso raccontare io la storia del signor sindaco della città di Napoli ma posso dirvi che è, nella mia opinione una storia solida come una pietra miliare. Da qualche settimana è certo che Why Not e Poseidone erano due indagini scomode che furono ingiustamente bloccate e, avessimo avuto un altro tipo di presidente, la lettera di dimissioni del magistrato Luigi de Magistris sarebbe stata respinta al mittente. Poi l’esperienza di parlamentare europeo e la candidatura a sindaco della prima città del sud dell’Italia.
Ditemi la verità: da quando il duo Bassolino/Jervolino ha lasciato palazzo San Giacomo avete mai sentito di scandali nell’amministrazione del comune di Napoli ? Scandali nel senso di episodi di corruzione e concussione, procedure amministrative opache e fumose, affidamenti ad amici ed amici di amici ? No, ve lo dico io, non lo avete mai sentito. Avete sentito parlare della rinascita di una città nella quale si è fatto sviluppo, in tutti i settori. Il turismo è fiorente, i giovani mettono in moto idee, molte di iniziative nate dal basso si sono rilevate esperienze positive. La gente partecipa, si aprono vie per includere, per non lasciare indietro nessuno, non si fa leva sul sentimento della paura, si abbattono i muri e si gettano ponti. La vita a Napoli non è facile, i problemi sono ancora tanti ma i napoletani hanno ritrovato il loro orgoglio e la città è diventata un brand di altissimo valore.
Mi viene forte l’analogia tra la situazione di Napoli nel 2011 e quella italiana di oggi. Siamo messi male, è sotto gli occhi di tutti. Il dialogo politico è ai minimi storici, rigurgiti fascisti sono all’ordine del giorno, l’incompetenza dilaga, siamo ad una passo dal baratro economico e la paura è un sentimento dilagante. Abbiamo un primo ministro che non si capisce che è, bimbo Di Maio che pare Ambra quando era telecomandata da Boncompagni e Salvini ducetto incontentabile. Renzi incredibilmente ancora parla e della gloriosa sinistra italiana, quella della questione morale per capirci, non vi è più traccia alcuna. Ci serve urgentemente una nuova prospettiva ed una nuova visione del paese.
A Roma, sabato prossimo mi aspetto di vedere un possibile futuro per la nazione. Un futuro “costituzionalmente orientato” come ama dire il signor sindaco, fatto di giustizia sostanziale che sovrasta la legalità formale, fatto di inclusione senza paura delle diversità. C’è un’Europa a cui dar conto e bisogna essere credibili e competenti, altro che manovra del popolo ed altre fesserie del genere. Perché quelle che ci stanno raccontando in questi giorni, lo sappiamo tutti, sono fesserie. Pericolosissime fesserie.
A Roma son curioso di vedere chi ci sarà. Facce nuove, vecchie volpi, outsider, duri e puri, volenterosi ? Certo l’hashtag #oltrelediseguaglianze è impegnativo, più facile a dirsi che a farsi. Chi lo propone ha dimostrato sul campo di possederlo, chi vuol partecipare dovrà mostrare di condividerlo.
Noi siamo imbattibili perché non abbiamo un prezzo e non siamo in vendita. L’alternativa è possibile, lo abbiamo dimostrato a Napoli, città tra le più difficili al mondo da governare e lo abbiamo fatto senza soldi attuando la rivoluzione culturale e del capitale umano che, oggi, produce anche economia e lavoro non controllate dal sistema politica/affari. La nostra alternativa è quella di vivere in una società senza insopportabili disuguaglianze, senza mafie e corruzioni dilaganti, dove prioritaria è la messa in sicurezza del nostro stupendo Paese e dei suoi abitanti non mettendoli gli uni contro gli altri e distruggendo le nostre terre, ma ripartendo dalla nostra potenza culturale e dalle nostre capacità di costruire un mondo migliore. Per la civiltà dell’amore contro le comunità dell’odio e del rancore. Con la volontà possiamo arrivare dove oggi sembra impossibile. Per costruire una coalizione pronta per ogni sfida per realizzare libertà, uguaglianza, solidarietà e giustizia.
Luigi de Magistris
Non credo che la questione sia esportare il modello Napoli, credo che la questione sia inserire nella politica nazionale i valori e gli orientamenti che hanno reso forte l’azione amministrativa e sociale napoletana, con la partecipazione di tutti quelli che vorranno mettersi in gioco. È come dicevo all’inizio: da Napoli può arrivare l’ultima speranza per questo paese di sopravvivere e sabato prossimo in tanti saranno a Roma per cercare di dare un nuovo riferimento al paese.